26^ PHM - riflessioni post


E anche la 26^ edizione è andata, già da più una settimana.

Una settimana senza scrivere nulla sui social, senza newsletter...praticamente senza farci più vedere e sentire. Il fatto è che una mezzamaratona è un'impresa per chi la corre....ma anche, per non dire di più, per chi la organizza. 

Prima il lavoro per la preparazione, poi la tensione che continua fino al momento in cui tutto si è concluso e l'ultimo atleta ha passato il traguardo (ed a volte, fin quando è uscito dall'ospedale), quindi il ripristino delle strade, piazze e locali impegnati, i bilanci economici, il pagamento delle fatture.....ecc ecc.

Rimane sempre sullo sfondo un aspetto fondamentale: trovare il modo per ringraziare tutte le persone, le singole persone, che hanno in qualche modo, chi poco chi tanto, hanno contribuito alla realizzazione della manifestazione. Non è assolutamente facile. Innanzitutto perché sono tantissime, più di seicento, e poi perchè per la maggior parte non le conosciamo. 

E gli Enti, le Istituzioni, le Forze di Polizia e le Forze Armate, l'immenso Servizio Sanitario, la Protezione Civile, le Associazioni di volontariato e sportive. In questo Piacenza è unica. 

E le aziende che hanno dato il loro contributo in denaro, beni e servizi, per la maggior parte le stesse da qualche decina di anni. 

E tutte le persone che partecipano alla mezzamaratona e a tutte le iniziative "collaterali". Circa diecimila persone...non sono da ringraziare?. cosa sarebbe la PHM se i partecipanti non fossero così tanti?

Una parola di ringraziamento è doveroso dedicarla anche alle persone per le quali la manifestazione è solo un peso, magari hanno anche dovuto sopportare qualche disagio, e nonostante tutto hanno accettato senza lamentarsi, almeno pubblicamente.

In effetti oltre ad essere tutte meritevoli di ringraziamento sono anche componenti essenziali della manifestazione senza le quali non si potrebbe fare altro che smettere.

E sarebbe un peccato: ne mancano ancora un paio (le due con il covid non le dimentichiamo) per arrivare ad una cifra tonda: 30 anni di manifestazione.

Concludendo, non possiamo che urlare, con tutto il fiato (non tantissimo per la verità) che ci rimane in gola:

GRAZIE, GRAZIE A TUTTI


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